Caldo eccezionale in Siberia. Che succede?
Meteorologia
Caldo eccezionale in Siberia. Che succede? Meteorologia

Il 2020 passerà alla storia non soltanto per la pandemia globale, ma anche per l’eccezionale anomalia termica che da oltre 6 mesi insiste su una delle zone climaticamente più delicate del pianeta: la Siberia. Molti si ricorderanno delle temperature anomale e degli incendi devastanti che un anno fa, di questi tempi, imperversavano in Russia e in Alaska, ebbene, a distanza di 12 mesi non solo si continuano a osservare vaste aree percorse dal fuoco (img 1), ma si registrano ondate di calore con tempi di ritorno calcolati in decine di migliaia di anni (img 2).

Secondo uno studio condotto dalla World Weather Attribution (WWA) il caldo anomalo della prima metà del 2020 in Siberia si presenta meno di una volta ogni 80.000 anni. La WWA sottolinea inoltre che una simile configurazione atmosferica sarebbe stata quasi impossibile senza il contributo antropico. Con molta probabilità per trovare una simile condizione climatica alle porte dell’Artico bisogna andare indietro all’ultimo massimo interglaciale (Eemiano, 125.000 anni fa circa), quando la temperatura media globale era 1-2 °C più alta di oggi e quella polare di 2-4 °C. Va tuttavia ricordato che all’epoca le condizioni astronomiche erano del tutto diverse (img 3), infatti il Polo Nord durante il picco di soleggiamento estivo riceveva circa 80-90 W/m2 di energia in più rispetto a quanta non ne riceva oggi. Ciononostante durante l’Eemiano la CO2 non superò mai le 300 ppm, mentre attualmente siamo oltre le 410 ppm con trend in costante crescita. Senza la nostra forzante dovremmo assistere ad un lento raffreddamento del clima, invece ci troviamo ogni anno a registrare temperature record. 

 

Siberia Incendi Luglio 2020

Anomalia termica in Siberia luglio 2020

Forzanti astronomiche e insolazione

Img 1: gli incendi in Siberia visti dal satellite (NASA)

Img 2: anomalie termiche al suolo (2m) registrare tra gennaio e giugno 

Img 3: forzanti astronomiche e insolazione negli ultimi 270K anni. 

 

Cosa ha causato l’anomalia sulla Siberia e che effetti ha avuto?

I primi tre mesi dell’anno il vortice polare era talmente profondo e veloce da non consentire, neppure a latitudini sub-artiche, ondate di freddo di rilievo (img 4). Dominava, infatti, una forte zonalità (venti prevalentemente occidentali in quota) che non consentiva deviazioni significative alla corrente a getto. Successivamente, in primavera, le correnti occidentali si sono indebolite lasciando spazio alle alte pressioni che sono andate consolidandosi nel periodo estivo (img 5). Il 20 Giugno, nella cittadina di Verchojansk, si sono toccati i 38 °C, mentre in località prossime il mar glaciale i valori hanno spesso raggiunto, o superato i 30 °C. Per far capire l’eccezionalità delle temperature riportate basti pensare che a giugno le massime dovrebbero oscillare intorno ai 10-12 gradi in prossimità del Mare Artico, 15-18 °C nell’immediato entroterra e 20-23 °C nelle zone più continentali.  

 

Il pack artico ha registrato la minor estensione dal 1979

L’insistenza di valori termici eccezionali per più settimane ha letteralmente divorato la banchisa prossima alle zone interessate dall’anticiclone (img 6). A causa di questa perdita il pack artico registra, al 23 luglio, la minor estensione da quando vengono effettuate osservazioni sistematiche (1979); l’anomalia supera i 2 milioni di kmq. Oltre ad impattare sui ghiacci artici, il calore in eccesso ha provocato numerosi collassi di terreno causati dalla fusione del permafrost che, lo ricordiamo, è un’immensa riserva di metano, un potentissimo gas serra.

Relativamente alla circolazione atmosferica sul nord emisfero è lecito pensare che la persistenza dell’anticiclone in sede siberiana possa aver contribuito, nei primi 2 mesi dell’estate, a contenere le temperature in Europa; si tratta, tuttavia, di una ben magra consolazione.

 

Siberia Anomalia termiche

Siberia Anomalie in quota

Estensione banchina artica 2020

Img 4: anomalie termiche nel periodo gennaio-marzo 2020

Img 5: anomalie di pressione in quota (500 hPa) tra aprile e giugno 2020

Img 6: estensione e concentrazione della banchisa al 10 luglio