Artico, anomalie senza precedenti 
Meteorologia
Artico, anomalie senza precedenti  Meteorologia

Il 2020 continua ad essere un anno particolarmente difficile per l’Artico, dove dati e immagini descrivono una situazione allarmante. 
Il periodo gennaio-giugno è stato caratterizzato, sulla regione siberiana centro-orientale, da anomalie termiche senza precedenti, con ondate di calore estive che hanno dato luogo a picchi fino a 36-38 °C.  Un evento con tempi di ritorno di circa 80.000 anni (ovvero che si presenta mediamente una volta ogni 80.00 anni), virtualmente impossibile senza il riscaldamento climatico indotto dall’uomo (vedi news "Siberia, caldo eccezionale"). 


 La forte riduzione della banchisa

Con il contributo delle eccezionali temperature estive in Siberia, per il Polo Nord l’estate 2020 è stata la più calda da quando si osservano sistematicamente i dati, ovvero dal 1979 (immagine 1) e questo ha portato ad una forte riduzione della banchisa. Tra il 13 e il 15 settembre scorso è stata registrata, infatti, la seconda minor estensione degli ultimi 40 anni: 3,7 milioni di chilometri quadrati contro una media di 6,2 milioni ovvero -41% di estensione (immagine 2). Il record assoluto, risalente al 16 settembre 2012, dista appena 369.000 kmq. 
 

temperature siberia

Immagine 1: temperature per mese dal 1979

estensione banchisa 15 settembre

Immagine 2: estensione della banchisa 15 settembre 2020


Quindi, a metà settembre, sul mar glaciale mancavano oltre 2,5 milioni di kmq di banchisa; un’anomalia che nelle settimane a seguire è andata aumentando fino a raggiungere valori mai osservati prima. Tra il 12 e il 28 ottobre al Polo Nord, in media, si sono osservati 3,2 milioni di kmq di pack in meno, con un picco di -3,4 milioni di kmq in data 22 ottobre.
L'unico anno in cui si è registrata un’anomalia superiore ai 3 milioni di kmq è stato il 2012, in particolare tra il 3 e il 10 ottobre, sebbene con valori meno estremi (si registrò un picco di -3,06 milioni di di kmq in data 9 ottobre). 
Gran parte dell’anomalia di quest’anno va ascritta alla porzione di mar glaciale prossima la Siberia (immagine 3), dove il ghiaccio fatica enormemente a riformarsi (immagine 4). 

 

Immagine 3: estensione della banchisa 30 ottobre 2020

Estensione banchisa artica

Immagine 4: estensione del ghiaccio artico in ottobre-dicembre per anno

 

Se il ghiaccio non si riforma ... 

A dispetto della notte artica ormai prevalente e delle basse temperature, infatti, non si è ancora formato il ghiaccio artico nel mare di Laptev, la sezione di mar Glaciale Artico di fronte alla Siberia. La superficie del mare deve ancora restituire, sotto forma di calore latente di solidificazione, gran parte del calore assorbito durante l’estate.

Da un punto di vista meteorologico la domanda che ci si pone è: come reagirà il sistema artico ad una così clamorosa mancanza di banchisa? Dove andrà tutto il calore in eccesso prodotto dal ricongelamento di 3 milioni e mezzo di kmq di oceano che dovrebbero essere, in gran parte, perennemente coperti di ghiaccio?

Risposte soddisfacenti ancora non ci sono, in quanto ciò che sta accadendo sul Polo Nord non ha precedenti né come entità, né come rapidità*.
Per ritrovare una situazione simile è necessario andare indietro di 125000 anni, durante l’interglaciale Eemiano, periodo che però presentava caratteristiche astronomiche totalmente diverse rispetto ad oggi (vedi Tweet).

 

A cosa conduce la mancanza di ghiaccio estivo? 

Si ipotizza che la cronica mancanza di ghiaccio estivo e tardo-autunnale, peraltro destinata a peggiorare a causa dei cambiamenti climatici, possa portare ad una estremizzazione del clima invernale, con brevi, intense e circoscritte ondate di freddo, alternate a fasi molto miti anche perturbate. Oppure ad una sempre più frequente stagnazione climatica, con il vortice polare che tende a chiudersi, favorendo l’avanzata anche invernale delle alte pressioni verso le medie latitudini. Ma sono solo ipotesi.

 

Di fatto ci troviamo all’interno di una “terra incognita”, sia da un punto di vista sia meteorologico che climatico. 

 

*NOTA:
Autorevoli studi hanno riscostruito l’andamento dell’estensione della banchisa non solo negli ultimi secoli, ma anche nel corso dei millenni.

Lo studio pubblicato su Nature nel 2011 ricostruisce l’estensione del pack negli ultimi 1450 anni, mostrando, come noto, una certa alternanza (ciclicità) tra periodi di maggior e minor espansione. Tuttavia, osservando l’immagine successiva, anche un occhio inesperto non può non notare come negli ultimi decenni si sia raggiunto un punto di rottura molto preoccupante. 

espansione banchisa